Gli inizi dell’edificio risalgono alla metà del XV secolo. Su un lotto modulare vennero eretti due palazzine indipendenti, con locali disposti su una fila. Nel corso dei decenni successivi, i fabbricati subirono trasformazioni e un graduale ampliamento. Nel XVI secolo, alla palazzina situata a nord e a quella situata a sud, vennero aggiunte due ali nella parte posteriore. Inoltre, entrambi i fabbricati vennero innalzati con la costruzione di un piano aggiuntivo.
Nel corso del secolo successivo venne aggiunto un ulteriore piano. Sopra al fabbricato meridionale venne lasciata una struttura in muratura e legno. La fusione effettiva ebbe luogo a cavallo tra il XVIII e il XIX secolo. In questo periodo, infatti, le due facciate (fino ad allora differenti) vennero uniformate e, nella parte rivolta a sud, il secondo piano viene realizzato interamente in muratura. Alla fine del XIX secolo venne eretta una nuova ala secondaria a due piani, demolendo buona parte di quella preesistente. Dalla fine al XIX secolo alla scoppio della II guerra mondiale, gli alloggi della palazzina furono concessi in locazione. Nel XX secolo, le condizioni dell'edificio, a causa dell'incuria, peggiorarono drasticamente.
In seguito ai lavori portati a termini, sono stati riportati alla luce elementi di grande valore artisitico e monumentale degli antichi arredi. Nel locale di rappresentanza, situato nella parte frontale dell’antica palazzina rivolta a nord, al I piano dell'edificio, sono tuttora presenti frammenti di policromie risalenti alla II metà del XVI secolo, strettamente legate alla scuola di Wawel. Sulla parete occidentale è stata rinvenuta una semicolonna posta tra due finestra, decorata con una policromia, mentre nella parete meridionale è visbile un supporto in pietra ornato con un motivo vegetale, che sorregge gli architravi che sovrastano le arcate.